Papua Nuova Guinea, un viaggio nell'ignoto
Molti grandi viaggiatori affermano che nel mondo non esistono più luoghi da scoprire. Tra questi, lo scrittore britannico Lawrence Osborne nel libro The Naked Tourist del 2006 (Il turista nudo, Adelphi, 2006) ha raccontato le sue peripezie in cerca di una destinazione che non fosse già proposta dalle agenzie di viaggio. L’ha trovata alla fine nella giungla della Papua Nuova Guinea, una delle mete meno frequentate dai turisti e più enigmatiche del mondo.
Papua Nuova Guinea, Stato indipendente dal 1975 che occupa la metà orientale dell’isola di Nuova Guinea, è uno dei luoghi più remoti per i viaggi di avventura e offre impareggiabili bellezze naturali con le sue spiagge paradisiache, i fondali corallini, una fauna esotica stupefacente e tradizioni ancestrali vivissime.
Seconda isola più grande del mondo, la Nuova Guinea si è formata dalla collisione della piattaforma continentale australiana con la piattaforma dell’Oceano Pacifico. In termini geologici, la regione di Bensbach, a sud dell’isola, fa parte dell’antico continente australiano e, infatti, durante l’ultima era glaciale, la Nuova Guinea e l’Australia erano unite da un istmo.
Con montagne che superano i 4500 metri, una giungla che la ricopre per buona parte, ampie zona paludose, atolli incontaminati, Papua Nuova Guinea è una terra di grandi contrasti. La diversità e la forza presenti nel paesaggio si ritrovano anche nella sua incomparabile ricchezza naturalistica, nella affascinante varietà e nella potenza delle usanze tradizionali, che sono tuttora parte della vita quotidiana, così come nelle oltre 800 lingue indigene, ciascuna delle quali rappresenta una cultura a sé stante.
L’intera isola custodisce una delle avifaune più numerose e composite che esistano, con un totale di 708 specie di uccelli identificate finora. Solo per avere un’idea, in tutto il Pianeta sono note 43 specie di uccelli del paradiso e ben 38 di esse si trovano a Papua.
Questo splendido patrimonio, duramente colpito nel secolo scorso a causa del commercio dei cappelli, è ora protetto e l’esportazione delle piume è illegale. Tuttavia, la sussistenza delle specie resta minacciata dallo sfruttamento commerciale delle foreste pluviali per la produzione di legno e dal disboscamento finalizzato alla realizzazione di colture dovute all’aumento della popolazione.
Lambita a Sud dal Mar dei Coralli, Papua Nuova Guinea è una delle destinazioni più attraenti del mondo anche per il suo ecosistema sottomarino, in cima ai desideri dei viaggiatori appassionati di immersioni subacquee (organizzate da alcuni resort esclusivi) e di snorkeling, che sognano le sue barriere coralline festonate da enormi gorgonie, le acque calde popolate da innumerevoli pesci multicolori, e magari un’avventura alla scoperta dei relitti della Seconda Guerra Mondiale, per non parlare del privilegio di trovarsi tra i pochissimi subacquei in quei mari. Questa regione oceanica ospita più specie acquatiche di qualsiasi altra: basti pensare che solo nella baia di Kimbe, al largo della costa settentrionale dell’isola di Nuova Britannia, si trova più del 60% delle specie coralline del Pacifico.
Seconde solo ai fondali marini, le spiagge rappresentano un altro elemento eccezionale di Papua Nuova Guinea. Sabbia bianca e acque cristalline su uno sfondo di palme flessuose: nel sud-est dell’isola, la provincia di Milne Bay è un eden e Alotau, il capoluogo, è la sua porta magica tra il verde della foresta, spiagge abbaglianti, cascate, fiumi e una coloratissima fauna.
Per conoscere da vicino le culture di Papua, ogni anno, di solito a maggio, agosto e settembre, sull’isola si tengono numerosi festival, animati da gruppi tribali provenienti da tutto il Paese.
Nel pianificare il viaggio, va tenuto presente che l’alta stagione, in cui il clima è più secco e più fresco, va da maggio a ottobre, mentre tra dicembre e marzo c’è il periodo delle piogge, durante il quale alcune strade delle Highlands possono essere chiuse.
- Sing-Sing è il nome dato al festival tradizionale in cui le tribù delle Highlands si esibiscono in danze e canti. —
- I pigmenti vegetali fatti in casa vengono utilizzati come make-up. —
- Piume esotiche, pellicce ed elementi naturali come cortecce e conchiglie sono i principali segni distintivi dei costumi tribali durante le feste. —
- Foto: Trans Niugini.
Nel resto dell’isola la maggior parte degli spostamenti avviene con aerei leggeri che sorvolano cime, foreste e valli nascoste, ed è proprio questa inaccessibilità la parte più emozionante del viaggio e ciò che lo rende unico.