Sulle orme favolose del Signore degli anelli
La Nuova Zelanda è una terra per grandi camminatori, per appassionati delle attività all’aria aperta, per sognatori in cerca di paesaggi epici. E per chi vuole scoprire la cucina e i vini del nuovissimo mondo
Qualche anno fa ho avuto la fortuna di visitare la Nuova Zelanda, e ci tornerei ancora senza esitazione.
Anche se è la destinazione più lontana dall’Europa (circa ventiquattr’ore se si vola attraverso l’Asia, trenta attraverso gli Stati Uniti), è un viaggio che merita assolutamente; e, data la distanza, dovrebbe durare non meno di tre settimane.
Volando con Emirates, Singapore Airlines o Qatar Airways farete un solo scalo. Se poi tornerete via America, perché non mettere in conto una tappa di qualche giorno per godervi le spiagge del Pacifico alle isole Fiji, alle Isole Cook o nella Polinesia Francese?
La Nuova Zelanda è una terra conosciuta e amata per la forza e la purezza del paesaggio, così evocativo che il regista neozelandese Peter Jackson vi ha ambientato i suoi film tratti dai romanzi di J. R. R. Tolkien. Ma le sue meraviglie non si fermano alla magia della natura.
Costituita dall’Isola del Nord e dall’Isola del Sud, si trova a circa duemila chilometri a sud-est dell’Australia, nel Mare di Tasman; a nord i suoi vicini più vicini sono la Nuova Caledonia, le Figi e le Tonga. La maggior parte della popolazione neozelandese è di origine europea, mentre gli indigeni Maori sono la minoranza più numerosa.
Vi piacciono le vacanze attive? In Nuova Zelanda potrete salire su un elicottero e sorvolare imponenti montagne e vulcani o raggiungere le isole più piccole, pedalare tra vigneti curati come giardini, avventurarvi in maestosi ambienti alpini con escursioni e trekking, e magari andare a pesca di trote in torrenti verde giada.
Dal 1987 il treno TranzAlpine attraversa la parte settentrionale dell’Isola del Sud, dall’Oceano Pacifico al Mare di Tasman, con un viaggio che dura cinque ore.
Fuori del finestrino scorrono le pianure di Canterbury, le valli fluviali, le gole, i tunnel e i viadotti attraverso le Alpi neozelandesi fino all’Arthur’s Pass, dove l’Otira Tunnel penetra nella solida roccia che costituisce la spina dorsale del Paese. Si prosegue attraverso lussureggianti foreste di faggi fino a Greymouth, base di partenza per visitare il villaggio di Punakaiki e i ghiacciai.
Il mio viaggio in Nuova Zelanda è iniziato dalla Bay of Islands, nel nord-est dell’Isola del Nord. Uno dei villaggi turistici in cui vale la pena soggiornare è senza dubbio l’Eagles Nest, in posizione dominante sulla baia. Oltre all’esclusivo servizio di accoglienza che organizza qualsiasi tipo di attività, dispone di una splendida spa e di un servizio di autista privato. Il ristorante offre una cucina locale curata, dai barbecue informali alle degustazioni di vino.
Nella stessa zona, ideale per gruppi di amici e famiglie che desiderano una maggiore riservatezza, The Landing è una grande tenuta con quattro magnifiche ville di stili diversi, tutte con una vista molto aperta.
- La Bay of Islands è una delle zone migliori della Nuova Zelanda per la navigazione e la pesca. —
- The Landing offre la privacy di quattro ville esclusive e completamente servite. —
- L'area residenziale è circondata da vigneti che possono essere visitati e dove si possono fare interessanti degustazioni di vini locali. —
- Un’altra opzione di alloggio in villa privata nella Bay of Islands è Eagle Nest.
Il mio itinerario è proseguito verso sud, passando per Auckland, conosciuta come la città delle vele, per il gran numero di barche a vela presenti nel suo porto; si stima che in questa città una famiglia su tre ne possieda una. È la percentuale più alta del pianeta ed esprime il legame ancestrale con l’oceano, le cui radici vanno cercate nella millenaria civiltà Maori.
Con 1,6 milioni di abitanti (su cinque milioni dell’intero Paese), Auckland è una città cosmopolita, accogliente e piacevole, anche per la qualità e la varietà della sua cucina. Sorge in magnifica posizione in un’area vulcanica da cui emergono una cinquantina di coni, compresi i famosi Monte Eden e One Tree Hill. Entrambi sono facilmente accessibili e dalle loro cime si può godere di una vista che spazia sulla città e sulla grande baia (non perdete l’emozione di attraversarla a bordo di uno yacht da corsa). Merita poi una passeggiata, e senz’altro una tappa in uno dei suoi tanti ristoranti, il quartiere di Ponsonby con le caratteristiche case in legno degli anni Quaranta.
Proseguendo il percorso, sono arrivata a Rotorua, dove, a soli venti minuti dalla città, ho trovato un’oasi di pace al Solitaire Lodge, uno dei più lussuosi resort della Nuova Zelanda, affacciato sul lago Tarawera in un paesaggio lussureggiante fuori del mondo delimitato in lontananza da cime vulcaniche.
Sono entrata nel mio alloggio illuminato dalle candele e mi sono trovata in un salone con una vista che mi ha lasciato a bocca aperta, così come, più tardi, i piatti ordinati al ristorante. Durante una passeggiata lungo il lago, a cui si accede con facilità dal molo del lodge, mi sono definitivamente convinta di trovarmi in un paradiso.
Peter Jackson, il regista della trilogia Il Signore degli Anelli, era un fan dell’opera di Tolkien e aveva sempre desiderato realizzare un film basato sui suoi libri. Già da bambino immaginava la Nuova Zelanda come la Terra di Mezzo. Jackson ha poi realizzato il sogno girando gran parte dei film nelle valli del suo Paese.
A pochi chilometri da Auckland, a Matamata nell’Isola del Nord, è possibile visitare Hobbiton, il set cinematografico dei film Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.
Una volta terminate le riprese, la famiglia proprietaria della tenuta scelta come ambientazione del villaggio Hobbit ha stipulato un accordo con la casa di produzione per poter mantenere il set aprendolo a tutti i visitatori che volessero vedere dal vero Hobbiton e la Contea.
Procedendo ancora sull’Isola del Nord verso est, sono arrivata a Hawke’s Bay; a Church Road, rinomata azienda vinicola con oltre un secolo di storia, ho fatto una memorabile esperienza enologica.
Invece del consueto calice offerto sulla soglia della cantina, la degustazione, guidata da un sommelier, si è svolta in una sala privata in uno dei locali più vecchi. Ho provato ben nove vini della gamma Tom, la più pregiata di Church Road, accompagnati da deliziose porzioni di prodotti tipici come agnello, pesce e verdure della regione.
Passando all’Isola del Sud, un altro lodge che mi ha davvero sorpreso per la sua posizione e la qualità del servizio è lo Split Apple Retreat, situato ai margini degli Abel Tasman e Kahurangi National Parks. Gli ospiti che vi soggiornano possono percorrere parte dello spettacolare sentiero costiero che conduce a spiagge di sabbia dorata, circondati dalla boscaglia e accompagnati solo dai canti degli uccelli. Ogni suite è progettata per offrire tranquillità e relax, con una terrazza privata aperta sull’oceano e contornata da giardini profumati.
La cucina dello Split Apple Retreat, frutto di una lunga collaborazione tra Lee Nelson, medico e nutrizionista, e sua moglie, Anne Pen Lee, cuoca, artista culinaria e proprietaria del lodge, è diventata famosa grazie a ricette salutari che promuovono la longevità. I segreti di questa cucina di lunga vita sono racchiusi nel libro The Thoughtful Food Cookbook, che raccoglie i migliori piatti della chef Anne Pen Lee.
Infine, per gli sportivi più audaci, la zona giusta è quella di Queenstown: siamo nella cosiddetta “capitale dell’avventura” della Nuova Zelanda. Qui potrete fare un picnic in cima a una vetta raggiungibile solo in elicottero, cavalcare nella spettacolare Rees Valley, ma soprattutto provare il brivido del bungy jumping. L’esordio di questa pratica estrema, che consiste nel saltare da altezze vertiginose appesi a una corda elastica legata alle caviglie, è avvenuto proprio qui, sul Kawarau Bridge: si spicca il volo e si precipita nel vuoto per quarantatré metri!