Carl-Oscar Lawaczeck: “Dobbiamo trasformare il modo di volare e dimostreremo che si può fare”
Per oltre diciotto anni ha fatto volare i passeggeri sopra le nuvole a novecento chilometri orari, ora sta lavorando al suo progetto futuro: scendere drasticamente di quota, diminuire la velocità e pilotare grandi dirigibili a basso impatto ambientale
Chi è Carl-Oscar Lawaczeck?
Sono una persona che abbraccia il cambiamento e cerca di migliorare ciò che ha intorno. Mi preoccupa il modo in cui sfruttiamo le risorse naturali e mi rattrista vedere ciò che stiamo facendo al pianeta.

Ricordi il tuo primo viaggio in aereo?
I miei genitori lavoravano nel mondo dell’aviazione, mio padre come manager nelle compagnie aeree cargo e mia madre come hostess della SAS. Volo praticamente da quando sono nato, e da bambino andare in aeroporto era l’avventura che preferivo.
Che cosa significa per te volare?
Non tanto trovarsi a 10.000 metri di altezza, ma guardare fuori del finestrino e vedere che cosa c’è sotto.
Come sei diventato pilota?
Dopo gli studi di economia e logistica, quasi per caso mi sono iscritto, e ho avuto la fortuna di essere ammesso, all’unica scuola pubblica per piloti in Svezia.
Qual è stata la tua migliore esperienza come pilota?
I momenti più belli del volo per me sono il decollo e l’atterraggio, perché posso vedere quello che c’è a terra. Richiedono la massima concentrazione, e non c’è margine di errore, ma non ho mai avuto la sensazione di fare qualcosa di pericoloso.
Mentre stavo studiando per diventare pilota, con alcuni amici abbiamo noleggiato degli aerei e siamo andati nel nord della Svezia per sperimentare il volo a bassa quota nella nebbia: è stata quella l’esperienza più emozionante e divertente che abbia mai fatto.
E un avvenimento da dimenticare?
Ricordo la volta in cui un fulmine colpì la fusoliera dell’aereo producendo un suono davvero scioccante. Durante un altro volo, invece, un motore smise di funzionare, ma fortunatamente gli aerei sono progettati per questo tipo di eventualità e non si corrono rischi.
Per Carl-Oscar Lawackzeck, cresciuto in un ambiente familiare in cui l’aviazione faceva già parte della vita dei suoi genitori, è stato naturale rimanere in quel mondo, a cominciare dalla scelta di studiare alla scuola svedese per piloti.
Dall’inizio della carriera ha maturato oltre seimila ore di volo.

Che cosa fa Carl-Oscar quando non vola?
Adoro vivere a contatto con la natura. Ho una barca e trascorro molto del mio tempo libero navigando nei laghi intorno a Stoccolma con la mia famiglia e mia figlia. Stare vicino all’acqua e al mare mi aiuta a rilassarmi.
Dopo quasi vent’anni come pilota commerciale, come ti vedi nel futuro?
Non ho mai pensato di smettere di volare, ma vorrei contribuire a sviluppare un nuovo tipo di aviazione, molto più sostenibile di quella attuale.


Ti consideri un visionario o un sognatore?
Non sono un sognatore. Un sognatore si limita a sognare. Un visionario, invece, è qualcuno che realizza i sogni, le idee o i progetti che ha immaginato. Sognavo di possedere una barca, poi l’ho comprata, e ora, a poco a poco, la sto ristrutturando: la perseveranza è la chiave per realizzare i sogni.
C’è qualcuno a cui ti ispiri?
Penso a Elon Musk, che è stato in grado di apportare un enorme mutamento nell’ambito dei mezzi sostenibili e lo ha fatto in modo rapido e coerente.
Sei il fondatore di OceanSky: come ha preso forma questo progetto?
Negli anni Novanta mi ero interessato alla tecnologia LTA (Lighter Than Air), che permette di spostare grandi velivoli utilizzando il gas. Già allora mi sembrava che si trattasse di un sistema molto innovativo per il settore dell’aviazione, in quanto permette di spostare merci e passeggeri senza bisogno di grandi infrastrutture come gli aeroporti.
Nel 2010, a questa passione si è aggiunto un nuovo interesse per la sostenibilità e la necessità di cercare delle alternative ai combustibili fossili, cosa che la tecnologia LTA consente. È così che è nato il progetto OceanSky, con il quale vogliamo dare inizio a una nuova aviazione ecologica grazie all’impiego dei dirigibili.
Quali sono i principali vantaggi di un dirigibile rispetto a un aereo?
Per i passeggeri, innanzitutto lo spazio a disposizione e il comfort. E poi, siccome si vola a bassa quota, il volo stesso diventa un’esperienza panoramica meravigliosa. La velocità è cinque volte inferiore a quella di un aereo e, cosa fondamentale, consente di decollare e atterrare anche senza bisogno di aeroporti.
Se, per esempio, voleste andare da Madrid a Stoccolma perché avete una riunione al mattino, dovreste alzarvi almeno alle cinque per arrivare in tempo all’aeroporto, salire quindi sull’aereo e giungere a destinazione alle undici, stanchi e senza aver dormito granché la notte precedente.
Con un dirigibile, invece, ci si imbarca a Madrid all’imbrunire, si cena e si dorme a bordo, ci si sveglia, si fa una bella doccia e si arriva alla riunione perfettamente riposati.


E in termini di impronta di carbonio, quali sono le differenze?
Un dirigibile può coprire la stessa distanza di un aeroplano utilizzando l’80% di energia in meno, dato che è alimentato da gas elio e i motori sono molto più piccoli e meno potenti di quelli di un aereo.
I dirigibili sarebbero quindi una buona alternativa anche all’aviazione elettrica?
A questo riguardo, credo che manchino ancora circa trent’anni allo sviluppo di batterie sufficientemente leggere e potenti da alimentare i motori necessari a un aereo per volare. Diversamente, i dirigibili esistono già e potrebbero diventare i nuovi velivoli dei prossimi cinquant’anni.
Sono mezzi sicuri?
Gli incidenti dei grandi dirigibili degli anni Venti del Novecento erano dovuti principalmente al fatto che la loro struttura gigantesca era molto fragile. I dirigibili del XXI secolo sono realizzati con materiali molto più resistenti e hanno una propulsione a elio, un gas non infiammabile, a differenza dell’idrogeno utilizzato in passato.
Se guardiamo all’inizio del secolo scorso, parliamo di un’epoca in cui i transatlantici affondavano, i treni erano spesso coinvolti in incidenti e le automobili erano poco affidabili. Insomma, gli standard di sicurezza nel settore dei trasporti erano molto poco sviluppati rispetto a oggi.

Il programma di OceanSky è quello di sorvolare e atterrare al Polo Nord geografico con il primo volo nel 2030, un’impresa che nemmeno Amundsen riuscì a compiere un secolo fa a bordo del dirigibile Norge. Come pensi che si sentirà questo gruppo di pionieri durante quel viaggio inaugurale?
Sarà un viaggio epico. Dobbiamo trasformare l’aviazione e in questo modo dimostreremo al mondo che è possibile farlo. Da quel momento lavoreremo affinché un’industria avveniristica si sviluppi definendo nuove destinazioni e nuove rotte.
Immagini che nasceranno compagnie aeree di dirigibili nel futuro?
Di sicuro. Se il mondo vuole abbandonare i combustibili fossili, questa è la risposta.
E il dirigibile sarà anche il nuovo aereo extra lusso?
È così che abbiamo iniziato alla OceanSky. Offriamo un livello di comfort mai visto prima in un mezzo di trasporto aereo. Poter viaggiare in luoghi anche remoti senza bisogno di aeroporti, godendosi il volo e fluttuando immersi nel paesaggio, circondati dal silenzio, è un privilegio che non ha uguali.


Ti piacerebbe pilotare i dirigibili invece degli aerei?
Certo! Mi sto già preparando per prendere l’apposita licenza.
C’è qualche altro velivolo che non hai ancora pilotato?
L’elicottero, sebbene vi abbia volato, e l’aliante.
L’hobby che ami di più?
Andare per mare in barca a vela.
Un viaggio che ripeteresti?
I viaggi migliori sono quelli che si fanno con le persone che si amano e che rendono grande qualsiasi esperienza. Dove? Al mare, con il sole che splende, l’acqua non troppo fredda, cibo semplice e buono. E non mi stancherò mai di navigare lungo le coste della Svezia o della Croazia.
La tua vita è cambiata il giorno in cui...
... È nata mia figlia Edith.
Sei una persona diurna o notturna?
Notturna, senza dubbio.
