Ecoturisti nella foresta amazzonica
Quasi 10.000 chilometri quadrati di foresta tra i fiumi Napo e Curaray, 250 chilometri a est di Quito, il Parco Nazionale Yasuní ospita oltre 600 specie di uccelli, 173 specie di mammiferi, 83 specie di rettili, oltre 100 specie di anfibi, 382 specie di pesci e più di 100.000 specie di insetti. All’interno del parco, il Napo Wildlife Center è un resort, ma soprattutto un luogo per sentirsi parte del paesaggio e della cultura amazzonica, dove ogni visitatore partecipa attivamente alla conservazione di un ecosistema di inestimabile ricchezza. La rivitalizzante esperienza al Napo Wildlife Center diventa così anche un atto di responsabilità e di impegno per la vita e per il futuro della foresta. Da 25 anni, il valore del Napo Wildlife Center sta nel legame che esso stabilisce tra culture diverse, conservazione dell'ambiente e autentica esperienza dell'Amazzonia, testimoniando il suo impegno costante nel preservare uno dei tesori più preziosi del nostro pianeta e nel sostenere la comunità di Kichwa Añangu: ha fondato la scuola Vicente Mamallacta, ha dotato di pannelli solari le famiglie locali, ha costruito il proprio centro sanitario e attualmente sta lavorando a un progetto per fornire acqua potabile a tutti i membri della comunità.
- Il tamarino dalla coda dorata (Saguinus tripartitus) è una specie sudamericana del genere Saguinus. Questa piccola scimmia abita le foreste pluviali amazzoniche del Perù e dell'Ecuador, dove forma gruppi composti da sei a nove membri. —
- L'hoatzin (Opisthocomus hoazin è uno degli uccelli più strani del mondo, con un alito molto maleodorante. —
- La rana lemure arancione (Phyllomedusa tomopterna) è minacciata di estinzione a causa dell'alterazione dell'habitat nelle foreste pluviali amazzoniche. —
- L'orso bradipo è in pericolo di estinzione. L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) lo classifica come specie vulnerabile, il che significa che rischia di estinguersi nel prossimo futuro.
Un quarto di secolo fa, la comunità Kichwa Añangu prese una decisione che avrebbe cambiato il suo destino: abbandonò le pratiche ancestrali di caccia e pesca per dedicarsi alla conservazione della foresta e alla tutela dei suoi abitanti. Così è nato il Napo Wildlife Center, un rifugio che ha detto no al disboscamento e all'estrazione del petrolio e che ha puntato invece sulla cura ambientale destinando gli introiti dell’ecoturismo al miglioramento della qualità di vita della popolazione indigena.
25 anni fa, la comunità Kichwa Añangu prese una decisione coraggiosa che avrebbe cambiato il destino della sua casa ancestrale. Decisero di abbandonare le loro pratiche ancestrali di caccia e pesca per abbracciare la conservazione dell'ambiente e dei suoi abitanti. Così è nato il Napo Wildlife Center, un rifugio dove il disboscamento e l'estrazione del petrolio non hanno posto, puntando decisamente sull'ecoturismo e sulla cura dell'ambiente. Tutti gli introiti ottenuti dai pacchetti turistici vengono gestiti e reinvestiti dalla comunità in progetti che migliorano la loro qualità di vita.
Il Napo Wildlife Center è uno degli esempi di turismo ecologico di maggior successo. Tutto è però cominciato con la storia della comunità Kichwa Añangu negli anni '70, quando tre famiglie, originarie di Tena, Archidona e Puyo, arrivarono nel territorio in cerca di nuove terre per l'agricoltura, che nel 1986 divennero una proprietà legalmente riconosciuta. Nel 1990 si aggiunsero altre 32 famiglie provenienti da Misahualli e Tena. Nel 1998 otto membri della comunità fondarono il Napo Wildlife Center, come alternativa sostenibile al boom petrolifero.
L’iniziativa ha trasformato negli anni l'economia locale e oggi il centro è interamente di proprietà della comunità Kichwa Añangu, la quale, affrontando le sfide dell'inquinamento delle acque dovuto allo sfruttamento minerario, la caccia illegale e la pressione della globalizzazione, lo gestisce in autonomia fornendo lavoro e investendo il reddito in progetti collettivi per la salute, l'istruzione e il sostegno agli anziani.
Jorge Rivadeneyra, uno dei leader della comunità Kichwa Añangu e presidente della fondazione Sacha Muskuy, ci ha raccontato l'importanza di questo progetto: “Siamo ormai un punto di riferimento locale, nazionale e internazionale nella gestione dell'ecoturismo. Sempre attenti alla conservazione dell'ambiente, pur mantenendo la nostra identità culturale, mostriamo alle comunità circostanti il modello di successo del turismo comunitario; con regole chiare e lavoro di squadra si possono ottenere grandi cose per il bene di tutti”.
“Il nostro pianeta sta affrontando cambiamenti climatici e disastri naturali. Le specie si stanno estinguendo giorno dopo giorno… Visitando il Napo Wildlife Center non si fa solo turismo, ma si partecipa alla conservazione dell'ambiente, al sostegno e alla conoscenza della nostra civiltà”.
Questo luogo supera dunque la definizione di "resort di lusso". È piuttosto un'opportunità per farsi parte attiva nella conservazione dell'Amazzonia e per sostenere lo sviluppo sostenibile di una popolazione indigena impegnata nella difesa della propria terra e delle proprie tradizioni.
Ogni turista diventa qui un alleato nella protezione di uno dei tesori più preziosi del nostro pianeta. Il Napo Wildlife Center è un rifugio che promuove l'armonia tra l'uomo e la natura. E mentre si pone come modello di salvaguardia dell’ecosistema per le generazioni future, la comunità Kichwa Añangu prospera, onorando e custodendo gelosamente la propria eredità culturale.